GRANDE MANTOVA – SI INIZI DAI SERVIZI PER I CITTADINI

– Lettera al Direttore pubblicata sulla Gazzetta di Mantova il 21/06/2015 –

Egregio Sig. Direttore,

Le chiedo spazio nella sua rubrica per esprimere alcune idee sul progetto della Grande Mantova. Credo anch’io che l’obiettivo debba essere quello dell’unico comune, ma con tempi realistici e cioè non prima del 2025. Il percorso naturalmente per giungere al 2025 dovrebbe essere definito entro quest’anno e non può che iniziare dalla stesura di un progetto di fusione così come avviene fra aziende private che vogliono fondersi. Uno degli obiettivi centrali di tale progetto per giungere al risultato prefissato è la realizzazione della Grande Mantova dei servizi alla città, alle persone cioè ai cittadini e alle imprese. Rimanendo per brevità sui primi due penso sia necessario razionalizzare in modo concreto e attuale la pluralità di aziende partecipate dai 5 Comuni per i servizi ai cittadini quali: TEA, ASPEF, ASTER, ASEP, San Giorgio Servizi… Vanno ridefiniti gli scopi e le attività delle stesse. Facendo alcuni esempi. Si potrebbe decidere fra i 5 comuni che TEA svolga 3-4 servizi a rete gas, acqua, ambiente ed energia. Che ASEP si fonda con ASPEF e San Giorgio Servizi dopo i dovuti adeguamenti societari e cioè tutte e 3 società pubbliche al 100% e “in house” e questa nuova società realizzare i servizi alla persona, servizi sociali, culturali, etc.. ASTER la società che agisce naturalmente negli attuali suoi servizi, ma che si estende negli altri Comuni e per nuovi servizi riguardanti la mobilità e la viabilità. Come dire Direttore, che la Grande Mantova va costruita razionalizzando l’esistente per portare a breve vantaggi ai cittadini con servizi più qualificati e meno costosi fra qualche anno. Per realizzare questo obiettivo non è dirimente avere subito un unico Comune, ma un sistema di servizi con 2-3 aziende altamente efficienti che producano ottimi servizi. Vedremo se fra i 5 Comuni vi sarà la volontà per iniziare dai servizi ai cittadini o si tornerà a fare una volta al mese il “famoso” controllo del traffico dalle 21 alle 23,30 sulla SS. Cisa in contemporanea tra i Vigili di Mantova a Cittadella e con quelli di Porto a Bancole. L’hanno enfatizzata come un “grande inizio della Grande Mantova”. Vogliamo scherzare?

Ringrazio e porgo cordiali saluti.

Paolo Refolo

Capogruppo IDV

Consiglio Provinciale di Mantova

ASEP: Paolo Refolo (IDV) chiede lumi

Articolo pubblicato dalla Voce di Mantova del 08/01/2015

Porto, la cessione dei servizi di gas e acqua al centro dell’attenzione del consigliere provinciale

PORTO MANTOVANO – Dito puntato da parte del consigliere provinciale dell’Idv, Paolo Refolo , nei riguardi della vicenda che ha come protagonista l’Asep di Porto Mantovano relativamente alla cessione dei
servizi gas e acqua. Per non lasciare nulla d’intentato, in merito al desiderio di aver maggior chiarezza sui risvolti del tema in questione, l’esponente dell’Italia dei Valori, ha presentato a Palazzo di Bagno due interpellanze con le quali chiede l’intervento della Provincia in quanto non vi sono gli elementi per procedere con la cessione dei serivizi. «Asep – precisa Refolo – è una società partecipata anche dalla Provincia da molti anni per questo ritengo che debba intervenire sulla vicenda.
Da una lettura della delibera della giunta comunale di Porto dello scorso 11 dicembre si evince l’indirizzo dato al consiglio comunale di Porto di vendere a Tea i due rami d’azienda relativi alla gestione del servizio
idrico e di quello della distribuzione del gas, accogliendo un compenso stabilito da una società di Bologna la quale con criteri molto opinabili avrebbe valutato il servizio idrico 3 milioni di euro contro un valore
reale deducibile da un semplicissimo calcolo dei margini per anno moltiplicato per 12 anni a cui aggiungere le immobilizzazioni, Tfr, e magazzino che sarebbe invece di 5 milioni di euro. Ma il problema, oltre alla
sottovalutazione del servizio e perciò un chiaro danno ai soci e quindi alla Provincia, riguarda
il percorso e le modalità di come e perché verrebbero ceduti i due servizi sopracitati a Tea».
«Il perché deriverebbe dal fatto – prosegue l’esponente dell’Idv – che Asep secondo Aato non
sarebbe a norma sul piano societario, né come società in
house, né come società pubblico-privata.
Da ciò l’avv i o , dietro diffida del 4 dicembre 2014, dell’Aato di rientrare nella normativa pena la revoca del
servizio. Una diffida chiaramente assurda per svariati motivi. Inoltre molte altre sono gli
elementi a disposizione che mi hanno indotto a predisporre le interpellanze».
In definitiva Refolo chiede al presidente della Provincia con i
due documenti inoltrati al protocollo una serie di chiarimenti e in più come mai l’ente di Palazzo di Bagno, che controlla Aato e che è pure socia di Asep non abbia preso pubblica posizione
e difesa dell’assetto regolare di Asep. Altro aspetto che il consigliere provinciale dell’Idv chiede venga chiarito è se il presidente, la giunta provinciale, il segretario generale e i dirigenti della Provincia deputati
al controllo sulle società partecipate abbiano valutato il danno erariale che ne deriverebbe all’Ente sia per la cessione dei due servizi e sia per la sottovalutazione del valore del servizio idrico.
«Chiedo inoltre – fa notare Refolo – se la Provincia abbia valutato il non corretto operato di Aato che ha pure affidato il servizio idrico ad Asep e ora lo vuole revocare pur permanendo le identiche condizioni di assetto societario del 2006, nonostante nel frattempo vi sia stato un potenziamento del ruolo operativo di Tea in Asep».

Articolo ASEP Voce di Mantova 08_01_2015

Cessioni in ASEP tutti i dubbi dell’IDV

Articolo pubblicato dalla Gazzetta di Mantova del 08/01/2015

Una sottovalutazione del servizio e una modalità poco chiara della cessione di acqua e gas. L’esponente Idv Paolo Refolo, ha inoltrato alla Provincia due corpose interpellanze riguardo la situazione di Asep, la partecipata di Porto Mantovano, riservandosi di presentare ulteriori motivi contrari alla cessione dei due settori, oltre che ricorre al Tar, alla Corte dei Conti e alla Procura. «Il problema – scrive – oltre alla sottovalutazione del servizio e perciò un chiaro danno ai soci e alla Provincia, riguarda il percorso di come e perché verrebbero ceduti i due servizi a Tea spa. Il perché consisterebbe nel fatto che Asep secondo Ato non sarebbe a norma sul piano, da ciò l’urgenza dietro diffida del 4 dicembre. Una diffida chiaramente assurda».
Secondo Refolo, la cessione non è corretta. «Tea fornisce l’acqua ad Asep da sempre con accordi e contratti scritti, gestisce il depuratore di San Giorgio con Asep, è stata per anni in consiglio di amministrazione.
Tutte le condizioni esposte sono ritenute da tutti gli esperti condizioni operative.
Perciò il socio Tea in Asep è operativo a tutti gli effetti e non vi sono le motivazioni per
una revoca del servizio».
«Motivazioni invece presenti per tale revoca nell’affidamento
a Tea – prosegue – in quanto quest’ultima non aveva
il servizio in house nell’atto dell’affidamento del servizio
nel 2007, perché i soci di Tea Acque non erano i Comuni».
Da tali premesse le richieste di sapere, tra i quesiti, come mai la Provincia non abbia preso pubblica posizione e difesa dell’assetto regolare di Asep, se presidente, giunta e dirigenti abbiano valutato il danno
erariale, se non si ritiene incompatibile Roveda, presidente
di Ato e consigliere provinciale.
Alla fine dell’interpellanza, Refolo parla di operazione politica «a grande vantaggio solamente di Tea».

Articolo ASEP 08_01_2015

Lettera al Direttore in merito ad ASEP

LETTERA AL DIRETTORE PUBBLICATA SULLA VOCE DI MANTOVA IL 02 GENNAIO 2015
Egregio Signor Direttore,
l’assessore comunale di Porto Mantovano S. Boccanera ha deposto sotto l’albero una brutta lettera che più che rispondere a Barai, squalifica A.SE.P e anche coloro che in passato l’hanno creata e diretta con ottimi risultati. Boccanera vada a vedersi i bilanci e i servizi sino a 4-5 anni fa. Vi è stato un altro che ha cercato di squalificarla e indebolirla e cioè l’ex sindaco Maurizio Salvarani basta leggere le sue dichiarazioni nel 2009 e 2010. Ad indebolire A.SE.P non vi è stato solo Vivere Porto, ma anche assessori e consiglieri PD che sono ancora in Giunta Comunale e Consiglio, anzi qualcuno è stato pure promosso. Ma il PD nel programma 2014-2019 non ha scritto che avrebbe fatto di tutto per potenziare A.SE.P? La si potenzia cedendo “sotto prezzo” due servizi fondamentali per la vita di A.SE.P? Risulta che la società incaricata per studiare la situazione di A.SE.P non abbia studiato cosa accadrà della società se i due servizi saranno ceduti a TEA. Strano! Eppure era la cosa prioritaria da fare e invece invocando il diktat di ATOO che A.SE.P deve assestarsi alle leggi si vuole “svendere” i due servizi. Si dice che i servizi idrico e gas valgano 5 milioni e non 3 milioni.
Siamo proprio certi che A.SE.P non sia in un assetto societario corretto. Vediamo. La contestazione sarebbe che TEA in A.SE.P non è un socio operativo e perciò non in linea con le norme. Falso. TEA in A.SE.P è stata sempre operativa e lo è ancora soprattutto nei due servizi gas e acqua. Per l’idrico TEA gestisce l’adduzione dell’acqua, A.SE.P la distribuisce e la depura, tranne che nel Comune di San Giorgio TEA depura l’acqua in accordo con A.SE.P (si informi assessore Boccanera). TEA è stata nel Consiglio di A.SE.P con 3 Consiglieri su 5 e un Sindaco. Più operativo di così si muore ! Che chiarisce definitivamente vi è poi la importantissima sentenza del Tar della Lombardia del 12/3/2014 n. 246 che annulla la delibera di un ATO che revoca il servizio idrico ad una società, che come A.SE.P, è mista pubblico privata, con il socio scelto con una gara regolare nella quale si stabilivano puntuali requisiti professionali, tesi a garantire la selezione di un partner dotato di un’adeguata capacità tecnica ed esperienze nel settore ( fatturato nei settori, esperienza, clienti serviti), a nulla rilevando, come confermato dalla Corte di Giustizia Europea, che la gara non fosse “a doppio oggetto” poiché al momento dell’indizione della gara non era previsto. Tale sentenza non è stata nemmeno presa in considerazione dallo studio della società incaricata da A.SE.P ,né dall’AA.T.O. Perchè ?
Attualmente la normativa di riferimento è quella comunitaria, cioè della CEE che prevede 3 forme per la gestione dei servizi: affidamento con gara, affidamento a società in house, affidamento a società mista pubblico-privata ove il socio sia stato scelto con gara e TEA fu scelta con regolare bando di gara nel 2005 dal Comune di Porto Mantovano. E perciò TEA come sopra ricordato è ampiamente operativa in ASEP. D’altronde A.SE.P è da sempre gestore del servizio idrico e dal 2006 è affidataria del servizio da parte dell’AATO di Mantova e nel 2006 TEA era già socia di A.SE.P così come lo è ora. Se l’AATO sostiene che l’A.SE.P deve essere in House perché gli ha affidato il servizio nel 2006 e ora glielo vuole togliere pur essendo nelle stesse condizioni?
Forse sarebbe meglio che AATO valutasse se TEA è assestata correttamente. Infatti le società miste dovrebbero avere come soci pubblici i Comuni e il socio privato scelto con gara come ha A.SE.P. Invece TEA ACQUE, la società del gruppo TEA che gestisce il servizio idrico, ha come soci la TEA spa e non i Comuni e questo non corrisponde alla norma come scritto nella stessa relazione della società di consulenza incaricata da A.SE.P a pag.9 rigo 17,18,19. Bene perciò hanno fatto i dirigenti del Comune di Porto a non dare proprio parere alla cessione dei servizi idrico e gas alla TEA. Perchè il danno per la società sarebbe evidente e di conseguenza il danno al Comune di Porto Mantovano e agli altri Comuni soci di A.SE.P. Assurda perciò sia la diffida dell’AATO che la scelta della maggioranza PD e SEL di svendere ASEP. Sarà mia cura proporre alla Provincia di cui sono consigliere la revoca del presidente di AATO per i seguenti motivi:1 non conoscenza di leggi e sentenze, 2 incompatibilità essendo il Sig. C. Roveda sia Presidente dell’AATO che anche consigliere provinciale, 3 perché è anche dipendente del Comune di Mantova socio di TEA all’85% uno dei gestori più importanti tra i 5 gestori del sevizio idrico provinciale. Come pure verificherò eventuali incompatibilità del Direttore di AATO poiché il Direttore di ATO ha svolto in questi ultimi anni il controllo di sua competenza sulle attività di ASEP e del Comune di Porto ? Sarò più chiaro nella interpellanza che presenterò in Provincia a giorni. Però una domanda mi è doverosa Sig. Direttore di ATO: Lei è il progettista della ciclabile mai finita che si sta realizzando a San Antonio, per la quale è stato tolto l’incarico in novembre 2014 dal Comune di Porto? Concludo chiedendo al Sindaco di Porto e all’assessore Boccanera di promuovere una pubblica assemblea urgentemente perchè A.SE.P è del comune per il 66%, ma il Comune è dei cittadini al 100% e perciò il confronto e indispensabile. Il Boccanera nella sua lunga lettera a favore di TEA ha” scordato di dire che con la gestione dell’acqua a TEA anche per PORTO la tariffa salirà per i cittadini portuensi di un bel altro 10%. A TEA un altro bel regalo dopo quello del gas nel 2010 fatto dall’indimenticabile Lanfredi, oggi membro del CdA dell’AATO, era un altro PD che come quelli di oggi promettono di rafforzare A.SE.P e poi potenziano TEA indebolendo ancora A.SE.P., In sintesi PD e Vivere Porto fanno a gara per indebolire A.SE.P. Direi per chiuderla con gradualità.
Cordiali saluti
Paolo Refolo
Consigliere Provinciale IDV- Porto Mantovano
Lettera al Direttore Voce 02012015

 

Pubblica amministrazione in lombardia. Province, competenze confermate

da Italia Oggi del 31/12/2014
“Confermate le competenze attribuite alle province lombarde con alcune eccezioni: agricoltura, foreste, caccia e pesca vengono ritrasferite alla regione Lombardia. Ma con due eccezioni: la Città metropolitana di Milano e la provincia di Sondrio che avranno una maggiore autonomia. Lo prevede il progetto di legge di riforma del sistema delle autonomie approvato dalla giunta lombarda in attuazione della legge Delrio.
Il progetto di legge, ha sottolineato il presidente della regioneRoberto Maroni, «tiene conto della specificità dei territori». «La Città metropolitana di Milano», ha spiegato, «esercita tutte le funzioni già conferite alla provincia di Milano (comprese quelle in agricoltura, foreste, caccia e pesca) e ulteriori funzioni rispetto a quelle fondamentali previste dalla legge Delrio, perché questo nuovo ente è qualcosa di molto diverso dalle nuove province».
L’ altra eccezione riguarda la provincia di Sondrio che godrà di «forme particolari di autonomia» e di un aumento progressivo della disponibilità finanziaria».”
Questo il testo del trafiletto pubblicato su Italia Oggi del 31/12/2014, la Regione Lombardia in attuazione della riforma Del Rio riconferma praticamente tutte le competenze alle Provincie tranne agricoltura, foreste, caccia e pesca. Strano per una riforma che aveva come obiettivo principale la riforma epocale delle Provincie e si ritrova con le Provincie confermate da una legge regionale (per lo meno in Lombardia).
La verità è che la riforma Del Rio non è stata altro che una riforma di facciata, una riforma spacciata per tale ma che non solo non riorganizza un bel cavolo ma con un colpo di spugna toglie il potere elettivo ai cittadini, creando insieme alla legge di stabilità solamente il pretesto per poter effettuare prelievi indiscriminati sui tributi propri delle Provincie che ancora permangono.
Nei giorni scorsi sono stato rimbrottato di aver cambiato opinione sulla sorte delle Provincie ma il mio punto di vista non è cambiato affatto, quando come Italia dei Valori abbiamo proposto l’abolizione delle Provincie lo avevamo fatto ponendo l’accento sulla questione che questa abolizione fosse fatta riassettando la pubblica amministrazione in modo profondo toccandone tutti i livelli, eliminando gli sprechi e gli inutili doppioni di competenze e la moltiplicazione dei settori, che si erano creati negli anni anche grazie a “circoli viziosi” che hanno portato a gonfiare il parco dipendenti di ogni ente pubblico.
La riforma Del Rio si sta rivelando per quello che realmente è un enorme spot elettorale per chi l’ha partorita ma che consegna ai cittadini un risparmio effimero (spiace dirlo ma la spesa ingente in questi enti sono il corpo dipendenti e non certo la parte politica che pur costituendo una spesa non equiparerà mai alla spesa degli apparati) che ha costretto il Governo Renzi a “prelevare” con la legge di stabilità il miliardo non racimolato dalla riforma farsa per sostenere le proposte e i bonus attuati fin qui, un indebolimento della democrazia cambiando il corpo elettorale (ristretto) che eleggerà i nuovi consigli provinciali e degli enti che avranno l’impossibilità di operare per mancanza di fondi..
Certo nessuno ha la bacchetta magica, ma chi ha ideato questa non riforma avrebbe dovuto prevedere automatismi tali per cui le competenze avrebbero dovuto passare automaticamente alle Regioni e tecnicismi particolari relativi al corpo dipendenti per avviare una dismissione degli esuberi, con prepensionamenti e relativi non rimpiazzi dei pensionandi e altri tipi di passaggi (agenzie regionali?) non immediati ma sicuramente più naturali che sarebbe potuta passare attraverso molti modi senza mortificare nessun lavoratore, ma sicuramente con effetti più a lungo termine che con il semplice licenziamento o mobilità dei lavoratori previsto dal non riformatore. Purtroppo nulla di tutto questo è stato previsto e  ci ritroviamo, nella sola Lombardia, ad avere 2800 dipendenti che rischiano il posto di lavoro nell’immediato e per i quali si apriranno le porte della mobilità in quanto Regione Lombardia ha già detto di non possedere i soldi necessari per un loro rapido assorbimento, Purtroppo una riforma sbagliata e non preparata con i dovuti presupposti non poteva che  produrre effetti negativi che naturalmente pagheranno i cittadini.

Il mio voto sulla dismissione della A22 da parte della Provincia di Mantova

Si è appena discusso in aula consiliare la dismissione della partecipazione in A22 Autobrennero della Provincia di Mantova.

Ho espresso chiaramente la mia contrarietà all’operazione che di fatto dismette se non la partecipazione principe una delle partecipazioni più significative che possiede il nostro ente.

 

Vendere oggi significa mettere in cassa dei soldi rinunciando ai dividendi annuali che questa partecipazione frutta, mettendo in seria crisi la prossima amministrazione di secondo livello che si insedierà alla fine di questa amministrazioni per mancanza di introiti.

Per questo ho votato contro questa scelta di dismettere una partecipazione che è strategica per il nostro territorio che mancando di rappresentanza non riceverà più l’attenzione e gli investimenti che potrebbe riservargli ancora rimanendone all’interno.